Venezia è una città fondata sul dialogo continuo tra i suoi elementi di terra e i suoi elementi di acqua. Questo è chiaro a tutti, anche a chi Venezia non l’ha vista mai.
Ma c’è anche un’altra dimensione che appartiene intimamente alla città: essa si intravede nel rapporto di luci e di ombre in cui i due elementi rinegoziano costantemente i termini dei loro confini, le regole del loro infinito gioco, cambiandosi persino di posto e di segno.
Può capitare allora che a Venezia la luce ci appaia come un qualcosa di feroce o di malato e l’ombra, invece, pur nel suo essere sinonimo dell’ultima paura, come qualcosa che perdona e dimentica.
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