Sympathy for Gomòria // Carlo H. De’Medici, Gomòria


Nel 1921, a Milano viene data alle stampe Gomòria, opera che segna l’esordio di uno scrittore il cui nome non ci dice poi molto, ammantato com’è di mistero e di oblio. Di Carlo Hakim De’Medici – nato a Parigi nel 1877 e morto non si sa bene quando – si possono infatti tracciare solo alcune flebili linee biografiche che lo identificano come giornalista, scrittore ma anche studioso dell’occulto e illustratore. 

Quel poco che si sa, però, riesce a solleticare la fantasia. Viene facile immaginarselo esattamente come lo stesso descrive il protagonista della sua opera prima: abbarbicato in rovinosi castelli, sprofondato in poltrona mentre fuma sigarette arrotolate a mano, oppure chino su polverosi libri occulti, pronto ad apprendere antiche arti proibite. 

Così infatti troviamo Gaetano Trevi, esteta di alto livello, dandy anemico che ha fatto del culto della bellezza una noia e del vizio un talento.

Ultimo ramo avvizzito di una casata nobiliare, Gaetano si vede sconvolgere la propria inerziale esistenza dall’ombra nera del fallimento economico. Salutati i suoi sodali, l’ultimo dei Trevi parte dalla Napoli godereccia per la Maremma malarica di inizio secolo, dove da qualche parte vicino Grosseto sorge il castello diroccato della Malanotte, unico possedimento rimastogli. 

In queste atmosfere sulfuree, tra butteri come “esseri febbrili, malarici e pietosi” e la desolazione naturale, Gaetano soccombe al fascino del proibito e, spinto dalla presenza ambigua della zingara-bambina Zimzerla, finisce per evocare il demonio capace di garantirgli la vincita al gioco.  

La parabola di Gaetano è prevedibile, ma quello che colpisce è l’intensità con cui De’ Medici riesce a infondere nel suo racconto – tra gatti neri sgozzati, statue animate e amplessi fantasiosi – una serie di spunti iniziatici, in quel che di fatto, camuffata da letteratura gotica, si rivela in realtà come un’opera capace di offrire al lettore un primo approccio all’occulto. Esemplare il momento in cui Gaetano passa in rassegna la biblioteca del castello. Sono ben otto pagine in cui De’ Medici cataloga una serie di opere esoteriche realmente esistite, per finire con l’unica (forse) inventata, quella in grado di evocare Gomòria, duca infernale dalle sembianze femminili. 

Ristampata oggi grazie alla sontuosa opera di riedizione di Cliquot, Gomòria si presenta nella medesima veste con cui si è affacciata al panorama editoriale quasi cento anni fa, impreziosita dalle stesse illustrazioni realizzate da De’Medici all’epoca.

Scontando dunque la dimenticanza, Gomòria torna come un’eco reclamando un poco di spazio nel nostro immaginario fantastico, oggi molto più affollato di allora. Siamo dunque pronti ad ammettere questo diavolo dell’azzardo nel panorama dei satanassi tentatori, nella dimensione fantastica dei nostri incubi, accanto a nomi più noti ed altisonanti, non meno temibili e con cui si sentirà, di sicuro, in piacevole  compagnia.

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